Totò che visse due volte

Regia di Ciprì e Maresco
Un film in tre episodi, che ha diviso radicalmente la critica cinematografica e lʼopinione pubblica non soltanto in Italia, e che ha creato non poche polemiche nel dibattito, sempre attuale, sulla censura, che inizialmente non aveva concesso il visto per la pubblica proiezione, con un processo pervilipendio e reati connessi presso il Tribunale di Roma durato tre anni, con sentenze di assoluzione in Primo grado e in Appello, con un pubblico ministero che infine ha deciso di non ricorrere in Cassazione.
1° episodio. Un uomo, perennemente deriso e umiliato, chiamato Paletta, cerca di trovare uno sfogo al suo desiderio sessuale. Lʼarrivo in città di una famosa prostituta
chiamata “La tre motoriˮ, per le sue doti, lo spinge al furto in un luogo sacro cui è devoto il boss mafioso del quartiere. Per il torto fatto al luogo di culto caro al boss, Paletta subirà una terribile punizione.
2° episodio. La storia di due amanti, rivive attraverso il pensiero del protagonista che incontra, nella squallida stanza della veglia funebre, il suo vecchio amante defunto. Dopo ore di veglia, Fefè, affamato deruba lʼamante morto del suo
prezioso e desiderato anello. Ma i ratti, che infestano i bassifondi della città, gli impediscono di godersi il frutto della sua disonestà.
3° episodio. Totò (Salvatore), un vecchio messia, attraversa i luoghi infestati dalla mafia. Un angelo si aggira per la periferia urbana, un falso angelo lo deruba delle sue ali, ma si imbatte, a sua volta, in tre grossi bruti attratti dalla sua nuova
sembianza. Totò dopo essere riuscito a risuscitare Lazzaro, sciolto nellʼacido, non si preoccupa di porre rimedio alle malformazioni del suo seguace: Giuda, che, colmo di rancore lo consegna alla mafia vincente. Su un colle di macerie
vengono issate tre croci, per “punireˮ il crimine dilagante in una civiltà che volge alla fine. Sulle due croci laterali Fefè e Paletta, sulla terza, rimasta vacante – poiché ben altra fine la mafia ha deciso di far fare al vecchio Totò – i tre grassi
bruti fanno salire un incosciente “scemoˮ allegro e sorridente.
Miglior fotografia, al Festival Cine Independiente di Barcelona; Miglior Film al Festival di Sitges; Pemio “La Casa Rossaˮ di Bellaria. Selezione ufficiale a:
“Panoramaˮ Berlin Film Fest, Rotterdam, Mosca, Buenos Aires, Stoccolma, Miami, Amsterdam, Tokyo…
Con Salvatore Gattuso, Marcello Miranda, Carlo Giordano, Francesco Tirone
Produzione: Tea Nova-Ila Palma, Digital Film e Filmauro, Italia 1998
Distribuzione: Istituto Luce, Lucky Red
Genere: grottesco